Scopri se il Tuo Impianto è a Norma

Premessa

Definiamo dapprima che cos'è una piscina:
secondo l'art. 3.19 della norma CEI UNI 16582-1-2015, la piscina è: un "bacino artificiale, nel quale l'acqua è filtrata essendo così disinfettata e trattiene proprietà di disinfezione residua continua, ed è anche rinnovata e riciclata, oltre a ciò il bacino è dotato di tutte le attrezzature strettamente necessarie per il suo funzionamento ed è in grado di ottenere un certo livello di tenuta all'acqua".

Secondo l'art. 3.1 della norma UNI EN 15288-1 la piscina è: una "struttura con uno o più specchi d'acqua destinato ad attività natatorie, ricreative o altre attività fisiche svolte in acqua".

In ambito privato, per le piscine domestiche sono state recentemente recepite alcune specifiche norme di provenienza comunitaria.
Secondo la UNI EN 15288-1 (art. 3.4) si definisce utilizzo privato di una piscina: l'utilizzo di un'istallazione designata esclusivamente per i familiari e gli ospiti del proprietario / titolare / gestore che include l'utilizzo connesso alle abitazioni in affitto per utilizzo familiare.

Nella norma UNI 10637-2015 erano definite piscine di tipo D: quelle piscine al servizio di un complesso unico o composto di civile abitazione formato da un numero massimo di 4 unità abitative, indipendentemente dal numero di proprietari, destinate in via esclusiva all'utilizzo da parte di chi risiede in tali edifici e dei loro ospiti.
Di contro la UNI EN 15288-1 (art. 3.5) si definisce utilizzo pubblico di una piscina: utilizzo di un'installazione aperta a chiunque o a un gruppo definito di utilizzatori, non designata esclusivamente per i familiari e gli ospiti del proprietario / titolare / operatore indipendentemente dal pagamento di una tariffa di ingresso
Per le piscine domestiche le norme di riferimento sono le UNI EN 13451-1/2/3 e la UNI EN 16582-1/2/3.

normativa piscine UNI EN 16713-2

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Normativa UNI EN 16582-1

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Normativa piscine UNI 16582-2

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Tali norme specificano i requisiti di sicurezza e i metodi di prova di alcune attrezzature come: scale a pioli, scale a gradini, corrimano, trampolini ecc., e che devono avere, le caratteristiche strutturali, i metodi di accesso, la resistenza allo scivolamento, la classe di tenuta alle perdite, ecc. delle piscine.
Più in generale riguardano sia le caratteristiche tecniche che impiantistiche della piscina, e le caratteristiche di qualità dell'acqua delle piscine ad uso privato.
Anche per le piscine private, se interrate, o realizzate con manufatti complessi è comunque obbligatorio ottenere il permesso per costruire o un titolo equivalente (SCIA, DIA, CIL, ecc.) per la realizzazione vera e propria dell'opera.

Oggi più che mai in Italia per quanto sopra è di fondamentale importanza la scelta del costruttore dell'impianto anche in ambito privato.
Altre normative importanti per le piscine sono:
La UNI EN 15288-1:2011 "Piscine - Parte 1: Requisiti di sicurezza per la progettazione" specifica i requisiti di sicurezza per la progettazione, la pianificazione, la costruzione e la gestione delle piscine e fornisce indicazioni relative ai rischi connessi con le caratteristiche progettuali, che devono garantire un ambiente sicuro. I requisiti contenuti nella norma sono applicabili principalmente a tutte le piscine di nuova costruzione e, in modo appropriato, a specifici lavori di ristrutturazione di impianti esistenti.
La UNI EN 15288-2:2009 "Piscine - Parte 2: Requisiti di sicurezza per la gestione" specifica i requisiti di sicurezza per il funzionamento e la gestione delle piscine. Le indicazioni fornite in questa norma coprono i rischi sia per il personale sia per gli utenti delle piscine pubbliche, identificando le precauzioni necessarie al conseguimento della sicurezza.

Normativa piscine UNI EN 15288-1

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Relativamente alle piscine ad uso pubblico, il riferimento, a cui Acqua SPA si attiene da sempre, è contenuto nella Norma UNI 10637, curata dalla commissione tecnica impianti ed attrezzi sportivi e ricreativi.
Anche le piscine di pertinenza di strutture turistico-ricettive, agriturismi, le piscine condominiali, e più in generale quelle non ad uso privato, sono regolate anche esse dalla norma UNI 10637, con specifici sconti rispetto alle piscine ad uso pubblico.

La norma fornisce quindi una classificazione delle piscine e specifica i requisiti di progettazione, costruzione e gestione degli impianti di trattamento dell'acqua in relazione ai requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell'acqua di piscina.
La UNI 10637 fornisce inoltre le indicazioni relative alle prove e ai controlli atti a garantire una qualità dell'acqua adeguata alla balneazione.
Le caratteristiche dell'acqua indicate nella norma si riferiscono all'acqua di approvvigionamento, all'acqua di vasca e a quella filtrata e messa in ricircolo. Con l'aiuto di una tabella vengono riportati i valori fisici, chimici e microbiologici da rispettare, tra i quali: temperatura dell'acqua, acidità, concentrazione di cloro e carica batterica. La frequenza delle analisi e le modalità di prelievo vengono indicate dettagliatamente all'interno della norma: ad esempio l'acidità dell'acqua dovrebbe essere rilevata facendo delle analisi sul campo almeno una volta alla settimana, mentre per quanto riguarda la concentrazione di cloro l'analisi andrebbe effettuata almeno 1 ora prima dell'apertura al pubblico e successivamente ogni 3 ore circa.
Per l'applicazione di queste disposizioni di controllo è previsto l'uso di un manuale di conduzione e manutenzione (elaborato dal costruttore), mentre la verifica più approfondita sullo stato delle piscine dovrebbe essere annotata nel registro di gestione dell'impianto che deve riportare il funzionamento e la manutenzione, a cura del gestore.
La nuova norma prevede inoltre che il gestore dell'impianto debba redigere un documento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute degli utenti, procedendo all'identificazione delle fasi potenzialmente critiche nella gestione della piscina. Il documento deve tener conto - tra le altre cose - dell'analisi dei potenziali pericoli igienico sanitari, dell'individuazione dei punti o delle fasi nelle quali tali pericoli si possono manifestare, della definizione del sistema di monitoraggio, dell'individuazione delle azioni correttive, delle verifiche e del riesame periodico del documento.

Normativa piscine UNI 10637

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Il punto di partenza in questo caso è l' Atto di Intesa fra Stato e Regioni (17 Febbraio 1992 e successiva rivisitazione del 16 Gennaio 2003), con il quale si è voluto regolamentare l'uso delle piscine pubbliche, stabilire parametri di balneazione, criteri di sicurezza e sorveglianza, definire figure professionali autorizzate al mantenimento e alla conduzione delle piscine stesse.

Le acque delle piscine

L'acqua di approvvigionamento della piscina deve presentare le caratteristiche contenute nel Decreto Legislativo n. 31/2001.

Le acque di scarico delle piscine devono rispondere oltre alle specifiche disposizioni locali e dei consorzi e/o enti di recupero acque, principalmente al Decreto Legislativo n. 152/2006.

Le autorizzazioni per la realizzazione di piscine interrate

n Italia per la realizzazione di una piscina è sempre necessario ottenere un titolo autorizzativo, non siamo cioè nel campo dell'edilizia libera!

La normativa italiana non è molto chiara per quanto riguarda la concessione di autorizzazioni per la realizzazione di piscine ed i vari comuni interpretano in modo differente le norme esistenti.

Sembrerebbe non essere sufficiente una "sola" comunicazione al comune ed inoltre recenti sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato sembrano chiarire comunque che:

  • la realizzazione di una piscina rientra fra quelle opere che modificano in modo permanente l'area impegnata alla sua costruzione;
  • non si può definire una piscina come manufatto pertinente l'abitazione, cioè non è indispensabile all'abitazione stessa (in sostanza non si può definire una piscina pertinente all'abitazione alla stregua di un locale caldaia).

Stando così le cose, appare abbastanza logico pensare quindi che sia indispensabile un permesso per costruire (ex concessione edilizia) per la realizzazione della piscina, e che questa possa essere soggetta ad oneri di urbanizzazione (art. 20 legge 380/2001).

Nel caso di permesso per costruire i tempi massimi per ottenere una risposta dal comune sono di 90 gg (150 gg nei comuni con più di 100.000 abitanti).

Passati i 90 o 150 gg vige la legge del 12/7/11 sul silenzio assenso e le opere possono partire pagando gli oneri di urbanizzazione, i costi di costruzioni e comunicando al comune l'inizio lavori.

In alcuni comuni (nel corso della nostra attività ne abbiamo trovati numerosi nel nostro hinterland) è sufficiente una DIA (ex art. 22 della legge 380/2001), oggi divenuta SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) la realizzazione della piscina può iniziare immediatamente stante la fattibilità dell'opera nel rispetto dei regolamenti edilizi del sito.

Non è possibile impiegare la DIA o la SCIA, nel caso in cui sussistano vincoli idrogeologici, ambientali, paesaggistici, culturali e laddove esiste rischio sismico, ovvero laddove le regioni prevedono un permesso alternativo al permesso per costruire (DIA superiore).

Spesso, purtroppo, alcuni venditori minimizzano queste procedure ed obblighi stringenti, al solo scopo di facilitare una vendita creando successivamente non pochi problemi al proprietario dell'immobile. Queste infrazioni producono implicazioni penali, a carico del proprietario, del progettista o del direttore lavori ed anche a carico dell'impresa edile che realizza il manufatto.

Si tenga sempre presente nella progettazione di una piscina che deve essere rispettato quanto stabilito dal Codice Civile all'art.873 e seguenti, relativamente alla costruzione in vicinanza dei confini.

Per ogni ulteriore necessità e per effettuare la progettazione della vostra piscina pubblica o privata anche ai fini urbanistici ed autorizzativi, contattateci allo 011-64 85 291 oppure compilate il modulo di contatto.

Normativa di riferimento per le piscine ad uso pubblico:

Protocollo di intesa fra Stato e Regioni - Norme regionali (Recepimento dell'accordo Stato Regioni)

E' stato demandato a ciascuna Regione il recepimento della norma generale e la successiva promulgazione di norme e regolamenti più mirati che comunque tenessero fermi i principi fondamentali dell'Atto di intesa.

Allo stato attuale, molte Regioni italiane hanno recepito la normativa ed alcune di queste hanno integrato le norme di base con specifiche delibere attuative.

 

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